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" Ego Boost might seem like a new model of distortion pedal, something shiny and wild for guitarists to drool over. But the title and the cover describe the exact opposite - our desperate attempts at self-aggrandizement always leave us wilting in the shadow of the images we work to maintain and project.
Belying the record's title, Disorgan reveals itself to be a shining example of collective creativity trumping individual egos. Guitarist and bandleader Frank Martino is clearly interested in musical questions broader than his own ego and we can feel how much space his compositions leave for the unpredictable and clever choices developed by the ensemble. Listen to how Martino's 8-string guitar and Vignali's keyboards seamlessly swap bass duties, and note the palpable unity of direction we can feel throughout the record, despite the complex and challenging material (thanks in large part to drummer Romanin's precise control and limitless imagination, even in its most tortuous moments). The addition of the fourth instrument further expands the sonic and narrative possibilities, without resorting to elaborate post-production trickery. Indeed, this record sounds concrete and raw - no blurred edges or beautifying filters, and Milesi's sax comes through in all its crude glory (decisive and surgically precise as always). I have known and admired Frank, Massimiliano, Claudio and Niccolo' for years, but this record was something more than I expected: what emerges is not merely a musical conversation between four of Italy's finest creative voices, but rather a single, organic, collective voice: In a word, a band. " Enrico Terragnoli (Ego Boost, liner notes) |
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“Ego Boost” sembra il nome di un minaccioso multi-effetto elettronico, roba da chitarristi... Ma titolo e immagine di copertina descrivono invece in modo perfetto ciò che questo disco non è: il soggetto di turno che nel tentativo di autocelebrarsi finisce, paradossalmente, per essere messo in ombra proprio dal suo bisogno di apparire.
Frank Martino evoca questa deleteria prassi per allontanarsene il più possibile e Disorgan, infatti, è un lampante esempio di creazione collettiva. Il chitarrista sa mettersi al servizio del gruppo ed è pronto a coglierne i suggerimenti, ponendo in primo piano, oltre alle composizioni, le ricercate combinazioni sonore che questo organico può generare. A riprova della socialità di questa compagine, si ascoltino gli interessantissimi palleggi nel ruolo di bassista tra la sempre più immaginifica otto corde di Martino e le tastiere di Vignali, imprescindibile motore armonico del progetto. I Disorgan vanno tutti nella stessa direzione e questo non è per nulla scontato quando si usano forme articolate associate a metriche molto complesse. Pieno merito a Romanin, immancabilmente controllato e propositivo anche nelle sezioni più scabrose. Il passaggio da trio a quartetto offre ulteriori potenzialità timbriche e narrative che si manifestano senza il ricorso ad elaborate post-produzioni o a diavolerie da studio di registrazione. Ripreso con un approccio “live”, il suono è decisamente concreto, avulso da leziosità anche nel colore del sax di Milesi (come sempre magnificamente “chirurgico” nel suo apporto complessivo). Conosco e stimo da tempo Frank, Massimiliano, Claudio e Niccolò ma mi sono davvero gustato l'ascolto di quest'opera come se fosse stata prodotta non da una somma di personalità ma da un inedito organismo indipendente, in poche parole...una band." Enrico Terragnoli (Ego Boost, note di copertina) |